La ricorrenza di oggi è una occasione per riflettere ancora sul tema che oggi più che mai è al centro del dibattito pubblico e scientifico.
La IV Rivoluzione industriale, in particolare l’avvento di nuove tecnologie e nuovi processi organizzativi nuovi lavori, unitamente a fattori di natura sociale, ambientale e demografica, ha disegnato uno scenario radicalmente diverso e denso di complessità ma anche di opportunità rispetto a quello di riferimento per la direttiva quadro europea del 1989 da cui è scaturita la vigente legislazione del lavoro.
Sono profondamente cambiati gli ambienti di lavoro e, più a fondo, anche l’idea stessa di lavoro e le stesse aspettative di benessere delle persone costrette a restare più a lungo sul mercato del lavoro in ragione di vincoli di bilancio pubblico e di imponenti cambiamenti demografici. Contemporaneamente le evoluzioni tecnologiche hanno contribuito in maniera dirompente a fornire nuovi strumenti di gestione del lavoro ed esecuzione della prestazione che se da un lato sono foriere di opportunità in termini di efficienza sia produttiva che prevenzionistica, possono determinare l’insorgenza di nuovi rischi o l’intensificazione di quelli già esistenti (ad esempio connessi all’impiego di nuovi materiali, all’incremento delle interazioni uomo macchina, isolamento e stress lavoro – correlato), incidendo in tal modo sull’assetto di obblighi e tutele previsti all’interno della normativa di salute e sicurezza sul lavoro e delle discipline assicurative.
Mai come in questo periodo di emergenza e di incertezza emergono alcune delle criticità legate al nuovo scenario. L’emergenza sanitaria in corso è tuttavia una occasione preziosa per rinnovare l’interesse per un concetto fondamentale per orientare il processo di riforma del sistema di tutele. Ci si riferisce al legame tra salute sul lavoro e salute pubblica. Il contesto attuale impone infatti di considerare l’interdipendenza tra i due ambiti: da un lato la garanzia della salute pubblica è necessaria per preservare lo stato di salute del lavoratore (e quindi la produttività delle aziende e del Paese) e dall’altro il luogo di lavoro e l’occasione di lavoro si rivelano un contesto chiave per il controllo della salute pubblica, in termini di azioni preventive e di monitoraggio. Qui si manifesta un altro punto chiave del complesso scenario attuale: lo sfruttamento del potenziale dei dati raccolti sul lavoro e la necessità di bilanciare l’interesse pubblico o quello produttivo con la dignità del lavoratore.
Le sfide sono stimolanti e gli obiettivi ambiziosi. Auspichiamo di apportare con il nostro lavoro un contributo di valore dello stato dell’arte non solo con confronto tra gli studiosi dei temi della salute e sicurezza, ma anche con il coinvolgimento di imprese, istituzioni e parti sociali.