Michele Tiraboschi
Con il tavolo convocato dai Ministri della Salute e del Lavoro – e a seguire con le iniziative promosse da alcune Regioni – sul tema della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro torna al centro del dibattito pubblico il tema della salute e sicurezza sul lavoro. L’auspicio è che dalle giuste reazioni di rabbia e denuncia per ogni morto sul lavoro e dai tanti proclami di buone intenzioni si passi finalmente ai fatti. Tanti sono i progetti in campo e tante le idee: da chi reclama più controlli e l’assunzione di nuovi ispettori a chi prospetta una drastica semplificazione di un quadro normativo indubbiamente ipertrofico che alimenta formalismi e la ricorsa all’adempimento sulla carta.
Ben venga, in ogni caso, un piano straordinario per la prevenzione sui luoghi di lavoro a condizione, tuttavia, di avere consapevolezza che i rischi e le problematiche cui devono farsi carico imprese e consulenti tecnici non sono più (solo) quelli emersi con l’industrialismo del Novecento. Negli ultimi trent’anni, e cioè nell’arco temporale che ci distanzia dalla direttiva quadro europea del 1989 da cui è scaturita la vigente legislazione del lavoro, sono profondamente cambiati gli ambienti di lavoro e, più a fondo, anche l’idea stessa di lavoro e le stesse aspettative di benessere delle persone costrette più a lungo a restare sul mercato del lavoro in ragione di vincoli di bilancio pubblico e di imponenti cambiamenti demografici che, per certi versi, risultano ancora più devastanti rispetto all’impatto delle tecnologie di nuova generazione.
In questa prospettiva il centro studi DEAL (Diritto Economia Ambiente Lavoro) del Dipartimento di Economia “Marco Biagi” della Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con la Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di ADAPT ha avviato, grazie a un co-finanziamento INAIL, una ricerca su “La normativa di salute e sicurezza sul lavoro e la tutela assicurativa alla prova della IV rivoluzione industriale”.
Si tratta di una prospettiva di indagine particolare verso quella nuova “Grande Trasformazione” del lavoro che alcuni dei nostri ricercatori si sono da tempo impegnati a studiare e raccontare anche grazie a numerosi dottorati di tipo aziendale e industriale. Tutte le grandi dorsali della trasformazione, dall’innovazione tecnologica fino ai fenomeni demografici passando per i cambiamenti climatici, comportano varie e diverse ripercussioni e sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori, nonché sui loro meccanismi di tutela.
In particolare è la digitalizzazione del lavoro a produrre gli effetti più dirompenti, con diversi livelli di intersezione tra l’adozione e l’applicazione di nuove tecnologie e la protezione della salute e sicurezza dei lavoratori. Da un lato si osservano nuove modalità di interazione diretta tra uomo e macchina nell’epoca degli esoscheletri, della convivenza nei contesti produttivi tra robot intelligenti e lavoratori e delle tecnologie wearable; dall’altro si ha l’impatto della tecnologia sugli assetti produttivi, incidendo sui modelli di organizzazione del lavoro nella direzione del working anytime anywhere, ma anche sugli aspetti costitutivi dell’impresa, sempre più caratterizzata da strutture reticolari e interessata dai c.d. processi di fissurization.
In entrambe le dimensioni, sia quella della interazione diretta uomo-macchina sia quella di tipo organizzativo, la trasformazione tecnologica del lavoro offre al contempo nuove possibilità di protezione e nuovi rischi per i lavoratori, incidendo in tal modo sull’assetto di obblighi e tutele previsti all’interno della normativa di salute e sicurezza sul lavoro e delle discipline assicurative.
La ricerca in corso mira quindi a ripensare criticamente e in termini progettuali la normativa di salute e sicurezza e le tutele assicurative nei nuovi ambienti di lavoro. In tal senso non si intende solo affrontare il tema della salute e della sicurezza nel contesto della digitalizzazione dei processi e dei modelli produttivi e dei nuovi paradigmi organizzativi che ne derivano ( c.d. IV rivoluzione industriale), bensì si vuole riformulare una concettualizzazione della salute e della sicurezza ripensando l’intero mondo del lavoro a partire dalle nozioni di impresa e lavoro che emergono dall’impiego pervasivo delle tecnologie.
Più di trenta ricercatori italiani e una ventina di ricercatori di altri Paesi risultano coinvolti in questo progetto, che ha preso avvio da una analisi comparata della letteratura di riferimento, letta con ottica interdisciplinare, nella prospettiva di ricostruire lo stato dell’arte sui temi delle coperture assicurative relative alle nuove modalità di lavoro, delle nuove competenze e dei nuovi professionisti per la tutela della salute e sicurezza, dello spazio e del tempo nell’economia digitalizzata, della sfida formativa per la salute e sicurezza del lavoratore 4.0.
Di questo percorso vorremmo darvi notizia non a ricerca avvenuta, e cioè tra due anni, ma in corso d’opera anche per alimentare una piattaforma progettuale e di confronto che possa consentirci proficui scambi di idee e opinioni e anche il reperimento di documenti, casistiche, buone prassi e altri materiali da analizzare.
Grazie a questa piattaforma, che sarà incentrata su questo sito, auspichiamo di fornire un piccolo contributo alla modernizzazione dell’assetto istituzionale e della normativa, anche contrattuale, di prevenzione e di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Non solo con le proposte provenienti dal risultato del confronto tra gli studiosi dei temi della salute e sicurezza, bensì coinvolgendo gli addetti ai lavori, imprese, istituzioni e le parti sociali, in una progettazione partecipata che porterà alla redazione di un libro verde per il dibattito pubblico e quindi di un libro bianco sulla sicurezza 4.0.
Di questi temi discuteremo già il 29 novembre a Bergamo durante un convegno internazionale. E’ possibile presentare proposte di partecipazione all’evento, con una relazione o comunicazione scritta, rispondendo alla call for paper, oppure semplicemente registrandosi al modulo di iscrizione per assistere.
Con i ricercatori di ADAPT, del Centro studi DEAL dell’Università di Reggio Emilia e di Inail racconteremo quindi su queste pagine i confronti e i dialoghi più interessanti organizzati nell’ambito del progetto, lo stato dell’arte della ricerca, le buone pratiche di provenienza internazionale, nonché le più recenti novità in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.